Recensione di “Arte e Acciaio”, romanzo di Alessandro Forlani
recensione di Cesare Bartoccioni
“Impara l’arte e trafiggili da parte a parte”.
Dalla quarta di copertina, in una sintesi micidiale, il succo della storia. Ho letto vari libri di Alessandro Forlani e ogni volta, puntualmente, sento il profumo della letteratura, il gusto appagante della perfetta caratterizzazione dei personaggi, anche quelli secondari, il dispiegarsi dei luoghi e degli ambienti in descrizioni precise e minuziose. E oltre a tutto questo, con Forlani c’è sempre da imparare qualcosa: un vocabolo inusuale, un termine atavico, un’espressione colorita, una citazione erudita, il tutto magistralmente incastonato nel filo di una narrazione che ti tiene incollato alle pagine dalla prima all’ultima. Leggere uno scrittore come Forlani è già di per sé un corso di scrittura creativa. Sempre geniale.
“Arte e Acciaio”, nello specifico, fa parte di un progetto di scrittura condiviso, ideato da Alessandro Forlani e Lorenzo Davia. L’ambientazione è il continente-cimitero di Thanatolia, dove l’attività principale è il commercio di tesori e manufatti, razziati in tombe millenarie e a volte pure di natura aliena. Tombaroli, necromanti, avventurieri, mercanti, costituiscono la fauna che abita e vive (e più spesso muore) in tale luogo desolato e maledetto. Il progetto (Crypt Marauders Chronicles) è aperto a chiunque voglia cimentarvisi, purché rispetti QUESTE REGOLE.
In “Arte e Acciaio” seguiamo le avventure e disavventure di due eroine, Efrin e Francesca. Maga una, spadaccina l’altra. En passant, le due protagoniste mi ricordano Eleanor e Delfina di “Eleanor Cole delle Galassie Orientali”, dello stesso autore, personaggi altrettanto stimolanti e sempre eccelsamente caratterizzati. Efrin è piena di ideali, vuole riportare un certo ordine cosmico nella sua città natale, spazzandone via i necromanti che donano a chi a loro si affida una non morte che per certi versi è peggio del trapasso; Francesca è una guerriera che vuol semplicemente farsi strada nella società a suon di colpi di spada e di bottino. Le due si complementano a vicenda nell’affrontare prove durissime e al limite della follia, dove nulla è mai come sembra.
Bene, spero con questa recensione di aver stuzzicato il vostro appetito letterario. In quanto a me, mi butto nella lettura di “Rebecca: Arte e Acciaio – Volume Due”, perché voglio proprio vedere come va a finire, se mai finirà...
Nessun commento:
Posta un commento