Recensione
di “Quelli con le scarpe fine”, romanzo di Gabriele Presciutti
recensione
di Cesare Bartoccioni
Ho scelto questo passaggio di questo secondo romanzo di Gabriele Presciutti, perché è emblematico del nocciolo del racconto, che va oltre il resoconto lineare della lotta al banditismo per scendere nei meandri oscuri e inconfessabili delle connivenze e delle convenienze che legano le manovalanze criminali ai potentati che, da sempre, sanno ben tenersi nell’ombra, manovrando le fila di sottili inganni per volgere gli eventi a loro favore.
L’autore, con una cadenza narrativa irrefrenabile, ci accompagna per i luoghi dell’entroterra pesarese al confine tra Marche e Umbria, località già descritte in altra ambientazione nel suo primo romanzo storico “Isatis, una storia di libertà”, questa volta posizionando le vicende nel primo decennio dell’unità d’Italia.
A conferma della maestria dell’autore nella caratterizzazione dei personaggi e nella descrizione dei luoghi, il lettore si immerge senza fatica nel periodo storico narrato, tra i primi passi del nuovo Stato unitario e le sue contraddizioni, tra la diffidenza e l’ostilità di popolazioni da poco sottratte al lieve giogo papalino e ora terrorizzate dalla perdita di manodopera, loro unica ricchezza, causata dal nuovo istituto della lunga leva obbligatoria.
Così come nel suo primo romanzo, anche qui l’autore si fa apprezzare per la puntualità della sua ricerca storica, dalla toponomastica della città di Cagli rapportata al periodo narrato, fino alla trattazione della vita giornaliera, degli oggetti, delle vie di comunicazione, dimostrando ancora una volta una destrezza ben sedimentata che giunge fino alla descrizione delle attività contadine e della flora dei luoghi oggetto di ambientazione.
Non scendo nella trama del romanzo, perché è tutta da gustare, con colpi di scena che prendono il lettore assolutamente alla sprovvista. Vi dico solo che la scrittura è talmente fluida e dal ritmo talmente serrato che vi ritroverete all’ultima pagina in men che non si dica, con la sensazione di aver davvero vissuto al fianco del Delegato Sartor, del Maresciallo Sforzacosta, del bandito Zecchetta e di tutti gli uomini e le donne che costellano questa riuscita rappresentazione, ove si muovono, silenti e ambigui, allora come ora, quelli con le scarpe fine.
Il romanzo è disponibile direttamente QUI, in cartaceo o in ebook, o in tutti gli store e ordinabile in tutte le librerie o cartolerie.
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