L'intervista - racconto di fantascienza

L'INTERVISTA


Racconto

di Cesare Bartoccioni



"Carissime telespettatrici, carissimi telespettatori! È con immenso piacere, ma che dico, immenso onore, che vi presento il nostro ospite di oggi! È qui con noi, infatti, nientepopodimeno che... Ehm... Può ripetermi il nome?"
"Può chiamarmi Kronik, se vuole."
"Kronik. Naturalmente. Un nome che è tutto un programma, eh?"
"Mah... Non so se sia un programma o meno. So solo che il mio nome completo sigmatiano sarebbe di difficile pronuncia per voi terrestri. 'Kronik' ne è una semplificazione."
"Ah! Ecco. Vero, vero. Beh, immagino. Ma torniamo a noi, caro pubblico di 'Oggi in diretta'! Il signor Kronik, qui... Ehm.. Posso chiamarla 'Signor', vero?"
"Può chiamarmi Segretario."
"Segretario. Bene. Bene. Ehm. Cari telespettatori! È con noi il Segretario Kronik, in rappresentanza del nobile e glorioso popolo del terzo pianeta..."
"Quarto."
"Quarto! Quarto pianeta di Sigma Octantis. Beh, Segretario Kronik, un bel viaggetto, neh?"
"Sì, ma veniamo al punto, la prego, ho giusto un razzo in partenza fra due ore, e non vorrei perderlo, il prossimo passerà fra sedici anni, mi capisce..."
"Ah, ma certamente! Veniamo al punto! E il punto, cari miei fedeli seguaci della mia modestamente fantastica trasmissione del prime time serale terrestre, il punto è, carissimi, il punto è... Ehm... Un attimo che controllo la scaletta... Ah, ecco! Il punto è: come i sigmatiani sono riusciti a risolvere gli stessi nostri problemi. Bene, Segretario Kronik, ci dica."
"Signor presentatore, in verità a me pare che dovremmo prima fare le presentazioni del caso, no? E introdurre l'argomento prima di trattarlo in modo approfondito, non le sembra?"
"Non mi sembra? Eh, sì, in effetti... Ah, ecco, infatti, è scritto qui in calce alla scaletta. Proprio come ha detto lei. Ma dico io, perché mettermelo in calce? In cima dovevano mettermelo, no? Ma lei come faceva a saperlo?"
"Logica."
"Logica! Ah, certo, certo. I sigmatiani sono famosi per la loro logica. Bene, eccoci qua, aspetti che giro la pagina, eh? Ecco... Allora, sì, Segretario, per cominciare. Segretario di cosa?"
"Del partito unico per la difesa della specie sigmatiana o, se preferisce, del PUDSS."
"Partito unico. Partito unico?"
"Sì, è stata l'unica soluzione. Sa, per impedire comportamenti insostenibili."
"Ah, certo. Bene. Ci dica, quindi. Ah, ma prima di tutto. I nostri ascoltatori saranno molto interessati alle similarità biologiche tra noi terrestri e voi sigmatiani. Insomma, a occhio sembriamo proprio uguali, no?"
"A occhio, certo. A occhio sì. Beh, chiaramente escludendo le due dita in meno che abbiamo alle mani e ai piedi e il 35% di materia grigia in più che abbiamo in testa, ovviamente."
"Ovviamente, certo. Eh eh... Beh, insomma... Andiamo avanti. Dunque, lei sa bene quali problematiche attanagliano questo nostro bel pianeta Terra. Voglio dire, l'inquinamento, i rifiuti, l'aumento delle temperature, gli eventi atmosferici sempre più estremi e sempre meno controllabili. Insomma, il nostro pianeta sta rischiando di soccombere."
"La correggo."
"Mi corregge?"
"Sì, la correggo. Il vostro pianeta si salverà, siete voi umani che rischiate di soccombere. Quando ciò accadrà, il pianeta tornerà a recuperare i suoi naturali equilibri."
"Ah. Dice?"
"Dico."
"Dice."
"Vede, caro il mio presentatore, a me pare che voi umani, abituati a spadroneggiare ormai da tanti millenni su questi luoghi a vostra disposizione, abbiate commesso l'errore di identificarvi con l'ambiente che vi circonda. Ma vi sbagliate. Siete solo ospiti. Come noi siamo ospiti nel nostro quarto pianeta."
"Bene. Ah, sì, il quarto pianeta di Sigma Octantis. Allora, ci diceva dei vostri comportamenti insostenibili. Li avete risolti, vero? Ci dica come."
"Beh, non è stato facile. Prima di tutto, vi è stata una progressiva presa di coscienza della distruzione che il nostro stile di vita stava causando alla natura che ci circondava. Da lì, tirando le somme, abbiamo tentato diverse strade, per ovviare a tale effetto a catena (effetto domino, direste voi) che avrebbe portato, in ultima istanza, alla nostra estinzione."
"E quali strade avete provato? Ci dica."
"Sì, sono qui per questo. Magari se evita anche di interrompermi a ogni piè sospinto..."
"Eh, ma è il mio lavoro. Sono il moderatore."
"Senta, ci sono solo io qui, con chi deve moderare, con se stesso?"
"Ma, in che senso?"
"In tutti i sensi. Ora mi lascia proseguire? Le ricordo che devo prendere un razzo tra poco."
"Certo, certo, ci mancherebbe. Non la interromperò più."
"Non lo credo, comunque proviamo. Ecco, vede... Anche noi, fino a un paio di secoli fa, eravamo come voi. Incontravamo un problema e, invece di conviverci, cercavamo di risolverlo, senza renderci conto che la soluzione, pur appianando in apparenza tale problema, ne creava in realtà sempre di altri, e sempre maggiori."
"Cioè?"
"Vede che mi ha interrotto?"
"Beh, ma..."
"Cioè... Ad esempio... Volevamo spostarci dal punto A al punto B, ma ci mettevamo troppo tempo. E cosa abbiamo inventato? Veicoli a combustione fossile. Devo dirle quali problemi tali veicoli hanno poi comportato?"
"Ah, no, qui non c'è bisogno. Immagino: traffico, spese per il carburante, gas venefico di scarico..."
"Esatto, e tante malattie cardiopolmonari che ci portavano via più sigmatiani ogni anno che in tutte le guerre combattute nella Storia del quarto pianeta. Capisce? Senza parlare dei residui inquinanti che passavano nei terreni fertili, nelle falde acquifere ecc."
"Eh già. Come da noi."
"Preciso. Un altro esempio: lavorando tutto il giorno con strumenti semplici e tecniche naturali non riuscivamo ad ottenere la sicurezza alimentare. E quindi che abbiamo fatto?"
"Avete introdotto la meccanizzazione?"
"Bravo. E non solo. Robot, sementi geneticamente modificate, macchinari che si prendevano cura di ogni fase del ciclo produttivo. E il risultato, sa qual è stato?"
"Avete prodotto di più e meglio, no?"
"Proprio. Ma abbiamo continuato a lavorare quanto prima, e anche di più. Capisce? Non è che ci siamo accontentati ritagliandoci magari un po' più di riposo, ormai che avevamo quanto bastava per vivere. No. Siamo diventati sempre più avidi e ingordi. Abbiamo accumulato beni e ricchezze. Ma abbiamo perso il nostro tempo, la nostra sigmatianità. L'aumento della produzione e del benessere non ci ha fatto rilassare nella consapevolezza di avere quanto ci necessitasse. No. Ci siamo tuffati nel superfluo, nel non indispensabile, nell'agiatezza sregolata. Non so se rendo l'idea"
"Ehm... Beh... Credo... Credo di sì. Ma, quindi, quali sono state queste 'strade' che avete intrapreso?"
"Ecco, la ringrazio della domanda."
"Prego."
"Per prima cosa, lasciammo che a guidarci fosse l'egoismo."
"Ah!"
"Eh. Eh già. Invece di dire che ognuno di noi doveva ridimensionare le sue aspettative di comodità, ci dicemmo che eravamo semplicemente in troppi, e che quindi alcuni di noi avrebbero dovuto partire e andarsene, in cerca di nuovi lidi e accoglienti sponde."
"Ah. E dove li avete mandati?"
"Nello spazio. A bordo di astronavi generazionali. Sa cosa sono?"
"Ehm... Veicoli spaziali dove si viaggia talmente a lungo tra le stelle che diverse generazioni nascono e muoiono a bordo prima che un dì alcuni discendenti riescano infine a raggiungere un nuovo pianeta abitabile?"
"Ma bravo! Mi stupisce."
"Beh, sa, mi son letto qualcosa anch'io, in gioventù."
"Eh già. Infatti. La vostra letteratura terrestre fantascientifica, sia del filone utopico sia di quello distopico, ne contiene diversi di esempi, in pagine spesso toccanti. Peccato che non li abbiate mai presi troppo sul serio, eh?"
"Eh, infatti. No. Li abbiamo sempre un po'... Come dire? Snobbati, ecco."
"E bravi. E invece di ragionarci sopra, avete sempre perso del bel tempo con quei romanzetti d'appendice, che escono puntuali ad ogni Natale, leggeri leggeri, senza tante pretese, senza tanta necessità di impegnarsi. Storielle di quegli amori tormentati e familiari amenità varie, e che alla fine, a guardar bene, sono tutti uguali, no? Sempre la stessa solfa."
"Eh, beh, in realtà non posso darle tutti i torti."
"Eh, no. Non può darmeli. Proprio non può."
"E ha funzionato?"
"Che?"
"Le astronavi."
"E come faccio a saperlo? Ormai le quattro che sono partite sono in giro da oltre un secolo. Impossibile contattarle, sempre che siano ancora integre."
"Quattro? Solo quattro?"
"Eh certo. Ma dico, ha mica idea di quanto ci vuole ad equipaggiare una metropoli volante astrale, con tutte le forniture alimentari ed energetiche atte a garantire la sopravvivenza di decine di generazioni racchiuse in uno spazio delimitato che naviga in un ambiente vuoto e invivibile?"
"Ehm... Già. Quindi, direi che, almeno per quanto riguarda il decongestionamento del quarto pianeta, non ha funzionato..."
"Infatti. Dopo la partenza della quarta astronave non abbiamo più trovato i fondi, né tantomeno, del resto, i volontari pronti a intraprendere quel Ver Sacrum astrale."
"Ver che?"
"Andiamo... Lo avevate anche voi, un tempo, sulla Terra. Il Ver Sacrum, la primavera sacra dei popoli antichi, ove una parte della tribù si allontanava alla ricerca di nuovi luoghi in cui stabilirsi e di nuove risorse, per alleggerire la pressione della tribù originaria su un ambiente non più in grado di sostenerla. Non ne ha mai sentito parlare?"
"Ah, sì... Ora che ci penso, qui abbiamo un sito web che si chiama proprio così... Versacrum ricerche, mi pare, qualche blog, spot, qualcosa..."
"Vuole che continui? Mi è rimasta poco più di un'ora al razzo."
"Ah, certo, certamente. Mi perdoni. Dunque, allora, niente più astronavi."
"Esatto. Ci affidammo quindi al piano 2."
"Piano 2? E sarebbe?"
"Glielo sto appunto per dire."
"Ah, bene. Dica."
"Il piano 2 consisteva nel diffondere, nel modo più capillare possibile, una nuova consapevolezza di ecosostenibilità, in ogni singolo cittadino. Ovviamente, l'idea era che, spontaneamente, ogni abitante del quarto pianeta, intendendo con ciò tutti i suoi dodici miliardi, e non solo i soliti quattro gatti danikiani dell'estremità boreale, iniziasse a usare meno il veicolo a propulsione fossile, a non mangiare più gli alimenti trasportati da lontano, a fare a meno degli imballaggi, a lavorare da casa tramite il telelavoro invece di congestionare per quattro ore ogni santo giorno le vie di comunicazione, ad acquistare prodotti a ridotto impatto ambientale, e così via."
"E questo ha funzionato?"
"Caro mio presentatore. Lei crede che, un individuo, spontaneamente, rinunci a tutti i comfort della vita che ormai dà per scontati, che considera 'diritti acquisiti', così, all'improvviso, come se niente fosse?"
"No."
"Indovinato."
"Quindi?"
"Quindi, caro umano mio, non ci rimase altra opzione che attuare il piano 3. Certo, anche per evitare il piano 4."
"Piano 4?"
"Sì, l'anarchia. Tutti contro tutti e si salvi chi può. Comprende che ciò era da scongiurare a tutti i costi, no?"
"Eh sì. Quindi? Il piano 3?"
"Il piano 3 è il motivo per cui io sono qui, ora, in grado di parlare per conto dei 6 miliardi di sigmatiani rimasti."
"6 miliardi? Non eravate 12?"
"Certo. Ma dopo le prime ecatombi dovute a epidemie, carestie, guerre per accaparrarsi risorse imprescindibili quali acqua potabile e terreni fertili, siamo rimasti la metà e abbiamo capito che l'unica soluzione era questa: un governo (che io rappresento, e che in qualità di Segretario presiedo anche) sovranazionale e incontrastato, che obbligasse ogni singolo cittadino ai comportamenti di cui al piano 2  che non si erano potuti tenere in modo volontario."
"Capisco. Quindi, possiamo dire, e mi rivolgo anche ai cari amici telespettatori sintonizzati con la nostra rete, Canale 6, che il quarto pianeta di Sigma Octantis è... Mi perdoni il termine... Governato da un regime autoritario?"
"Non deve assolutamente chiedere perdono di nulla. Certamente, autoritario. Una vera, pura e semplice dittatura."
"Oh mio Dio. Aspetti che mi siedo. Questo non c'era nella scaletta... Ma... Come... Come...?"
"Come che? Come facciamo? Cosa facciamo?"
"Eh, sì, beh... Non vorrei sembrare scortese, ma, sa... Qui da noi ormai la democrazia è un valore considerato irrinunciabile. Questa sua rivelazione mi... Mi sconcerta."
"Ah sì? La sconcerta? Bene. Lasci che le spieghi come funziona. Stia sereno. Non ricorriamo a uccisioni, né a gulag, né a torture."
"Ah, bene..."
"Vede... Funziona così. È molto semplice. Ogni cittadino, dalla nascita alla morte, e cioè per tutti i suoi 44 anni di vita..."
"44? Vivete così poco?"
"Caro presentatore mio. Le ricordo che il nostro quarto pianeta effettua una rivoluzione intorno a Sigma Octantis in un periodo pari a 11,86 anni terrestri, ergo..."
"Ah, oh mamma mia! Quindi il vostro arco di vita è... è... è..."
"Circa 522 anni, anno più anno meno... Ora, può per favore smettere di interrompermi? Mi è rimasta solo mezz'ora alla partenza del mio razzo."
"Certo... Eh... Certo..."
"Dunque, le dicevo. Ogni cittadino, dalla nascita alla morte, vive in un territorio circoscritto, pari a circa 100 km quadrati del vostro sistema di misura. Tale territorio è delineato dallo Stato, in base alle risorse disponibili e in grado di mantenere la quota di cittadini assegnatavi. Il cittadino può consumare solo gli alimenti prodotti entro tale raggio, e per quanto riguarda beni e servizi è consentito il baratto esclusivamente con i territori immediatamente confinanti. Sono proibiti i mezzi di locomozione ad esclusione di velocipedi e veicoli a trazione animale. La caccia e la pesca sono permesse, ma solo con armi bianche.  L'agricoltura segue un rigido sistema di rotazione e di periodico arricchimento naturale del terreno. Le abitazioni sono costruite in materiale deperibile e periodicamente rinnovabile. Ogni cittadino lavora solo all'interno del proprio territorio di assegnazione, e può recarsi a prestare la sua opera nei territori limitrofi soltanto se munito di apposito lasciapassare governativo. Tutte le produzioni industriali e ad elevato carico tecnologico (veicoli spaziali, prodotti chimici e farmaceutici, metallurgie varie) sono ad esclusiva responsabilità statale e concentrate in zone di sicurezza non connesse con falde acquifere e distanti da suoli fertili."
"Ma... Non è possibile vivere così!"
"Certo che è possibile. I vostri nativi americani lo facevano, a parte le industrie pesanti, dico. E avevano anche un'altra abitudine, che da noi è ora prassi obbligatoria."
"E sarebbe?"
"L'unanimità."
"Che?"
"Eh, sì, lo so. Voi, abituati alla vostra democrazia, siete usi a far di maggioranza verità. Non vi è mai venuto in mente che la parte più numerosa potrebbe anche sbagliarsi? I vostri nativi americani ve lo avevan pur dato, un prezioso esempio. Essi discutevano, anche per giorni, se necessario, ma le decisioni venivano sempre prese all'unanimità!"
"Già, ma anche per questo sono rimasti prede di altre civiltà con meno scrupoli, no?"
"Esatto. Ma da noi è diverso. L'unico predatore ammesso è lo Stato. E ogni territorio si amministra liberamente da sé, purché lo faccia in modo unanime. Non trova che sia un compromesso accettabile?"
"Mah... E se qualcuno non è d'accordo? Lo passate per le armi? Lo mandate nello spazio?"
"No. Le ho già detto che non usiamo alcun tipo di violenza. Se uno non è d'accordo lo portiamo nel Campo di Rieducazione 451."
"Ah ah! Campo di Rieducazione! Beh, caro mio Segretario Kronik, questo mi suona un po' alla sovietica, eh?"
"Per niente. Non si tratta di un campo di prigionia. È semplicemente un ambiente che ripropone il mondo come era prima, con i suoi veicoli a motore fossile, gli apparati televisivi, con le sue banche e il suo denaro, con le tasse inique, la ricerca del lavoro, i costi dell'istruzione e della sanità, con lo sfruttamento delle risorse, con gli estremi di ricchezza e di povertà."
"Ah. Quindi, diciamo, i recidivi... Vengono portati a rivivere i vecchi tempi, se ho ben compreso."
"Ha compreso benissimo. E la media di permanenza è di due settimane. Dopodiché, anche se nessuno li obbliga a lasciare il Campo, tutti, volontariamente, se ne tornano allegri e contenti al proprio territorio."
"Bene, Segretario Kronik, mi fanno cenno dalla regia che abbiamo terminato il tempo a nostra disposizione."
"Perfetto. Ho giusto dieci minuti per arrivare allo Spazioporto e imbarcarmi. La ringrazio e la saluto. E spero davvero che anche voi umani riusciate ad evitare l'estinzione. In fondo, mi siete simpatici."
"Grazie. Grazie. Bene, care telespettatrici e cari telespettatori. Salutiamo il nostro ospite, che abbiamo avuto la fortuna di avere qui con noi, in via del tutto eccezionale, il Segretario Kronik! E vi diamo appuntamento alla settimana prossima, a 'Oggi in diretta', sempre naturalmente su Canale 6, la vostra rete preferita, alla stessa ora, le 21.30, subito dopo la vostra tanto amata telenovela 'I passeri della Signora Robinson'. Mi raccomando, non mancate, perché tratteremo di un argomento della massima attualità: 'Nuove tendenze in cucina: ma il sugo, va sotto o sopra la pasta?' Un caro saluto, dal vostro affezionato presentatore."




28 settembre 2019

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